2025 COMMENTO CRITICO SU TIZIANA ROSSI

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Tiziana Rossi, Architetta, Docente ma, soprattutto, Artista a tutto tondo, espone in questa magnifica Mostra le opere più significative che hanno lumeggiato il suo lungo e variegato percorso di ricerca artistica, ricerca che dura, comunque, da sempre e che ha arricchito e personalizzato tutta la sua vita!

Innumerevoli e tutte di gran pregio le opere realizzate dagli anni ‘80 ai nostri giorni   sia nell’ambito della professione di Architetta, con Progetti urbanistici, Ristrutturazione e Restauro di opere pubbliche e private, piazze, chiese, edifici… nella zona di Bergamo e dintorni, che in quello più propriamente artistico, in cui manifesta grande versatilità, profondità di pensiero e personalità nell’espressione “pittorica” in senso lato, sia nella scelta dei soggetti che nell’uso delle tecniche usate, molto peculiari e diversificate, che evocano il genio degli antichi Maestri d’Arte. Tecniche, alcune, assolutamente originali, nell’uso di materiali preziosi, come oro, perle, madreperla, coralli, swarovski, cristalli, pietre, vetri colorati, vetri a taglio diamante, ematite…insieme a pennelli, bacchette di legno, pinzette, aghi siringa e una “matita” speciale, di cera, per prendere le pietre minuscole, come fanno i gioiellieri!

Alcuni lavori – per esempio paesaggi, figure, fiori con sfondi puntinati, linee curve, forme circolari etc – ci suggeriscono, al primo impatto, quasi un accostamento, ma solo di “superficie”, alla Dot Art, ovvero l’Arte a Punti”, una delle forme d’Arte più diffuse tra gli aborigeni australiani, ricca di storie e misteriosi significati simbolici, originariamente impiegata nei disegni tracciati sulla sabbia e in tempi moderni trasposta sulla tela. (Nota – La Dot Art nacque invero nel 1971 per opera di un insegnante d’Arte Geoffrey Bardon cui fu assegnata una classe di studenti aborigeni a Papunya, cui fece dipingere un murale su una parete della scuola, imitando i loro simboli tradizionali che, fino allora, erano appunto disegnati solo sulla sabbia mentre venivano raccontate le loro storie…). A Roma ora è in corso una mostra “Senza Confini” di Laura Bazzero – Fondazione Besso 19/28 Marzo 2025 – e la sua pittura si colloca in questo contesto, dopo una permanenza in Australia, feconda di stimoli ed energie positive. In queste creazioni immaginifiche, costituite da un rincorrersi di punti colorati  che creano linee ondulate, curve, tonde…quasi paesaggi sognati, la tecnica  usata  è simile a quella degli aborigeni, con l’uso di tronchetti di legno, impiegati come timbri per mettere il colore a puntini sulla base di legno o cartone, colore poi rifinito e  levigato col pennello.

Si può notare pure un’assonanza, comunque solo “formale” non sostanziale, con la pittrice giapponese Yayoi Kusama che utilizza nelle sue creazioni, molto originali e colorate,  pois di varia misura, dai minuscoli ai più grandi… Certo, nelle opere della Rossi, molto complesse e ricche di significati  profondi, i “punti sfavillanti”, sono parte integrante del suo messaggio artistico, pregno di simboli e richiami alla nostra cultura occidentale; essi, poi, non sono solo dipinti ma sempre “lavorati” con rara perizia ed impreziositi dai materiali pregiati utilizzati…e, soprattutto, molto diverso è il background da cui nascono le sue creazioni veramente inimitabili. I suoi affascinanti dreamings, le puntinature lucenti, le forme geometriche miranti all’essenza della forma si trasformano spesso in straordinarie astrazioni colorate, ricche di effetti ottici!

Molteplici le Mostre d’Arte e gli Eventi cui ha partecipato a Bergamo e zone limitrofe e, dal 2008, anche a Roma, come Socia dell’Associazione artistico-culturale Art Arvalia ODV, ottenendo successi di critica e di pubblico. Tanti anche i Concorsi fatti e i Premi ricevuti, gli Attestati di Merito, le Opere Selezionate e Segnalate, emergendo sempre per professionalità e notevole capacità espressiva!

Facendo una rapida visione della sua produzione possiamo individuare alcuni temi ricorrenti più vicini alla sua sensibilità e al suo mondo interiore che vediamo ripetuti via via negli anni, con reiterato interesse ma in una diversificata  interpretazione, temi significativi come  la Donna, la Morte, la Natura, la Religione, il Tempo…

Tra le prime sue opere, però, mi preme ricordare, come uniche nel loro genere, anche la Serie dei Monachicchi (1981/89) spiriti dei bimbi morti senza Battesimo, ispirati al racconto di Carlo Levi – “Cristo si è fermato a Eboli”- che la Rossi sente ormai come “entrati nell’anima” e li ritrae – con pennino e china su cartoncino – in molteplici forme fiabesche nelle sue variegate visioni immaginifiche fantasticamente oniriche…

Passione (1990/2005) – un’altro quadro interessante, realizzato con tecnica mista, vernici acriliche, inchiostri, cristalli in vetro, acquerello, pastelli, ecoline su cartoncino, in varie fasi di composizione creativa! “…La Passione…potrebbe essere solo un’idea che ambiguamente ti fa sentire felice…” si individua nella forma triangolare rossa al centro del quadro, “…qualcosa di astratto ed etereo…inizia a godere di se’, della sua bellezza e perfezione e cerca di trasmetterla amabilmente agli altri…” (T. Rossi) Ecco che si espande,  di forma in forma, in un incessante movimento e coinvolge tutto ciò con cui viene a contatto, avanti…avanti con energia e positività… Fino a squarciare, all’improvviso, la raggiunta armonia di forme e colori! Essa, raggiunto il suo culmine, si avvia, inesorabilmente, verso un orizzonte più cupo, che lascia spazio anche al blu, al viola e al nero, riecheggiando – come diceva Kandinskij – un dolore quasi inumano…! “La passione può divenire ira e offuscare…la ragione e creare mostri nella mente umana…” (T. Rossi) e lasciarci in amarissima  e drammatica solitudine!

Sempre dello stesso periodo sono gli originali pastelli e china su cartoncino – La Telefonata, La Foresta, Assioma, Adescamento zuccherino…Nel 1990 realizza Pensieri (Impuri) Perversi, realizzato con inchiostri ed ecoline su cartoncino. In questo quadro si fa riferimento alla “…prigionia sia fisica che psicologica, alla violenza messa in atto dall’uomo nei confronti di un suo simile…”, soprattutto nei confronti della donna: è lei infatti, la Donna, uno dei soggetti prediletti dall’Artista, la protagonista al centro del quadro, nuda, chiusa come in una prigione, voltata verso una finestra con sbarre…c’è la Speranza che un giorno possa evadere, ma ciò non è scontato: il palo nero cui è appoggiata, ci comunica infatti la sua reale impossibillità a fuggire via…

Il tema della Donna, come vedremo in seguito, è forse quello predominante nella produzione della pittrice, anche in tempi recenti. Molto interessanti e particolarmente intense per il coinvolgimento emotivo, Le Tre Donne I-II-III (1985/1991) ispirate a brani musicali, Beethoven e Dvorak  – realizzate con pennino, china, oro, colori acrilici, acquerello, cristalli, su cartoncino. Tre immagini di donne affascinanti, moderne, conscie del proprio potere, in posizione “severamente” preminente sullo spettatore! Donne diverse nella loro fisionomia: nella I ciò che colpisce è l’acconciatura dei capelli molto elaborata e raffinata che, insieme ai panneggi ondulati del ricco mantello, evoca un’armonia musicale profonda, poderosa, altresì fluente e molto coinvolgente…forse l’Eroica di Ludwig van Beethoven?   Nella II, i lineamenti esotici, come il ricco velo dai disegni orientali raffinati che, dalla testa, scende giù fino a ricoprire il corpo, ci portano d’incanto in un’atmosfera “lontana” ma stimolante di curiosità e interrogativi…in uno sfondo ritmato da linee geometriche evocanti note musicali…! Nella III ciò che attira maggiormente è il viso della donna, come fosse “dipinto”, incorniciato da un’acconciatura piumata e arricchita da nastri preziosi…un ricordo delle popolazioni indigene d’America? E così il paesaggio, evocante…il Nuovo Mondo e la Sinfonia n.9 di Antonin Dvorak!

In Meta Morfosi (2008) – con la tecnica mista di tempere ad olio, colori acrilici, graffito con materiali preziosi, metallo ed ematite su legno – una donna bellissima e imponente, dagli enormi occhi di ghiaccio che guardano verso l’Infinito, si trasforma in dea – la dea Minerva con l’elmo in testa? Una guerriera, simbolo di saggezza e intelligenza! –  e si impone allo spettatore con divino, maestoso e imperioso atteggiamento appena appena mitigato forse dalla finissima ed elegantissima tunica a righe viola con preziose applicazioni di pietre rare e assai pregiate che ce la fanno sentire più “umana” e più vicina alla nostra femminilità…!

Anche La Maschera (2008) – con la medesima tecnica mista su legno –  è un’opera molto particolare! L’immagine del viso di donna dagli occhi grandi chiari quasi felini, coperta da una maschera tutta d’oro e pietre preziose,  viene fuori da un fondo molto ricercato variegato di stelle lucenti. La stessa rara accuratezza continua anche nel vestito quasi  “ricamato” di pietre in modo minuzioso ed elegante!

Nelle diverse rappresentazioni della Donna, talvolta anche…Madonna o Angelo – Elaborazione dell’Angelo di Maurits Cornelis Escher (2007), Mater ? (2007/2008), Aforisma (2009), Le Sorgenti di Roncallo Gaggio (2009), L’Altra Metà dell’Infinito (2009), Preghiera per mio Padre (2010), la nostra Artista esprime tutta la sua “religiosità”,  la profondità del suo animo, la grande emozione nel trattare un tema, come già detto, a lei molto caro, quello della Donna, assai pregnante di significati e risvolti che toccano le corde più nascoste del suo essere…

Fantasmagorica è la visione dell’Angelo nella Elaborazione dell’Angelo di M. C. Escher (2007) – realizzato su cartoncino con Graffito, vernici acriliche, intarsi in cristallo a taglio diamante, oro – immerso in un prezioso e sontuoso vestito rosato e ricamato con pietre variopinte e splendenti in uno sfondo di cerchi concentrici scintillanti di lustrini e brillantini dorati, con le fluenti e imponenti ali argentee che quasi ondeggiano sospese nell’aere rarefatto di un altro…mondo! Ed è proprio lì che la nostra Artista riesce magicamente a condurci…E di questo la ringraziamo!!

In Aforisma (2009) – acquerello, colori acrilici, inchiostro, intarsi in vetro taglio diamante, vetro su cartoncino – due visi diversi di donna si guardano di fronte, ognuna con un suo mondo leggiadro e variopinto di sogni variegati verso…un “ignoto”, non uguale per tutte e due ma senz’altro affine…su cui far convergere le proprie pulsioni più intime!

Ne Le Sorgenti di Roncallo Gaggio (2009), sono rappresentate – con l’usuale tecnica mista e assai raffinata di oli, acrilici, madreperla, vetri colorati su legno – e con molto coinvolgimento spirituale ed emotivo, le due Madonne cui sono dedicate le due chiesette a Gaggio – Madonna degli Angeli – e a Roncallo – Madonna della Neve “…con i due volti identici di profilo…, speculari in modo che lo sguardo dell’Una si rifletta nell’Altra, sua identica essenza…”(T. Rossi). In basso, in mezzo ai due volti, il portico delle facciate principali di entrambe le chiese, luoghi ancora di culto e venerazione dei fedeli. Magnifiche le due preziose ed originali corone delle Madonne che imprimono  loro un aspetto regale e…nel contempo “celestiale”!

Così ne L ’Altra Metà dell’Infinito (2009), con la stessa tecnica ricercata, la nostra Artista esprime una percezione assai personale della Madonna, stanca quasi delle nostre preghiere, voltata di spalle ma non completamente! Ci viene lasciata un’ultima possibilità di richiesta di aiuto e ci tuffiamo, pieni di Speranza, nel fantasmagorico cielo infinito di stelle luccicanti, rapiti, quasi inghiottiti dai chiari e vaporosi panneggi del suo manto materno e avvolgente! “…Le aureole dipinte e intarsiate – che s’incrociano sulla testa – richiamano il meridiano celeste, l’equatore celeste e l’eclittica…” (T. Rossi) e sono ispirate ad un verso del Paradiso di Dante.

Futura (2015), con la stessa sperimentata tecnica mista di colori, perle e pietre diversificate, si presenta con un volto assai enigmatico, segnato, anzi quasi truccato con pietre, cristalli e perle luccicanti, che emerge a fatica  da uno sfondo dorato, prezioso e arricchito da intarsi di pietre splendenti e sfolgoranti… ma forse, a ben guardare, possiamo distinguere, in alto, un’acconciatura della testa assai stravagante e…avveniristica e, via via scendendo nella visione, una sorta di abito molto impegnativo, pregiato e, nel contempo, “improbabile” nella sua originale spettacolarità ma che riesce a dare all’immagine una sorta di appartenenza ad un mondo che non è più il nostro ma forse sarà…di un futuro non  lontano in cui la tecnologia eccessivamente sviluppata, azzererà quasi del tutto la nostra umanità!

In Polvere di Stelle sulla Donna di Sambuco (2016) – colori acrilici e a olio, vetro a taglio diamante, vetro colorato, madreperla, perle, fiume, swaroski, ematite, pietre su legno –  una bella giovane donna dal dolce sorriso, vista di profilo, preziosamente acconciata e vestita, abbraccia con intima gioia gli steli di sambuco fioriti e gradevolmente profumati… mentre sul capo e sul viso scende una lievissima polvere di stelle che le dona una dimensione magica!

Mater ? (2007/2008), un lavoro meditato e complesso che vuole aprirci ai vari significati della parola Madre e all’uso diversificato che ne facciamo in vari ambiti della nostra vita e al tema della Morte…Realizzato nella tecnica più caratterizzante dell’Artista (Graffito, Olio, vernici, vetri, cristalli, ematite, oro) e ispirato a Le Tre Età della Donna di Klimt, mette in evidenza l’amore verso una figlia bambina, chiusa nell’abbraccio materno fortemente protettivo e dolcissimo! Ma, nello sfondo, incombe un viso particolare nella sua bellezza enigmatica e un po’ inquietante…E’ l’immagine della Morte “grande maestra di vita…” che sta lì a ricordarci che la vita stessa “…è assioma di morte” (T. Rossi) e non dovrebbe assolutamente farci paura: è presente, sempre, assieme alla vita, e la nostra Artista le ha miratamente dato un aspetto giovane e affascinante proprio per cercare di farci superare le nostre angosce nei suoi riguardi e farcela sentire a noi più vicina e forse anche non troppo…ostile! Un percorso, questo, che rimane, comunque, tortuoso e ancora pieno di incognite…

Questo tema della Morte affascina e coinvolge l’Artista che a lei si dedica con grande profondità e desiderio di penetrare nel suo mistero…

Ne L’Ultimo Respiro (2010), evocante drammaticamente l’ultimo respiro del suo papà, la Rossi, utilizzando la sua preziosa tecnica, ci comunica con le linee curve, rosse all’interno, il tremendo dolore e lo strazio disumano dell’addio…ma è solo un attimo! Via via, lentamente e quasi dolcemente, tutto si stempera fino a raggiungere serenità e pace verso l’azzurro dell’Infinito…

Del 2018 è L ’Angelo della Morte, realizzato con la medesima tecnica preziosa, in cui veniamo avvolti dalla sofficità e morbidezza delle piume azzurre delle  ali della donna/angelo e dal lieve sorriso del suo viso sereno e incorniciato da splendide trecce…quasi simbolo di una morte che non deve farci paura, che vuole comunicarci una sorta di tranquillità, fiducia e…tanta Speranza di un vita trascendente, per noi salvifica e compiutamente “gratificante”!

Proseguiamo il cammino della Rossi con la Serie delle Città, Roma, Milano, L’Ultima Città (1998/2008). In essa – tecnica pastelli, vetro taglio diamante, china, oro  su legno – lo sguardo si apre ad una visione di una realtà metropolitana modernamente convulsa… espressa con linee geometriche intricate, incrociate, sovrapposte in un turbinio di forme squadrate e curve e colori contrastanti che ben rappresentano il caos di una città attuale e…il desiderio di fuggire via verso il “silenzio” fortemente benefico e “comunicatore” della Natura!

Ed è proprio alla Natura che la Rossi dedica tante sue mirabili creazioni! Ammiriamo Pace (2003), tema di grande attualità, espresso in acquerello con una miriade di margherite che emergono chiarissime e prepotenti da un fondo scuro evocante il buio della guerra…

Dono (2003) e La Vita di Erigeron (2003), due acquerelli molto graziosi e comunicanti serenità! Nel primo, su sfondo chiaro una danza di rose ci comunica gioia affetto e Speranza…Nell’altro, ci rallegra una bella fioritura di questa specie di margherita di montagna che vivacizza le nostre zone collinari e montane, adatta ai terreni più difficili e ai climi freddi…

Essenze (2003) – base graffito a 5 strati e intarsi in oro – ci offre una visione assai particolare: dal fondo d’oro e puntinato di brillantini emerge una selva di fiori – zigne? dalie? girasoli? – stilizzati al massimo, una vera e propria sintesi della corolla coi petali,  pistilli, stami…il fiore è diventato un cerchio grande in cui “girano” altri piccoli cerchi da cui partono altre forme geometriche a raggiera…Un’esigenza di astrazione o fuga da una realtà che non sempre ci soddisfa e ci dà gioia?

Libertà (2008) – base graffito intarsi con varie pietre e vetro colorato – un’altra creazione originale che ci presenta, utilizzando la tecnica sperimetata dei piccoli “punti” lucenti,  un  fitto ingranaggio di ruote di varia grandezza, quasi come quelle del meccanismo di un antico orologio…Tutto sembra prestabilito, fissato e fermo in una realtà già preordinata e del tutto soffocante…ma ecco che, all’improvviso, si fa strada e si distingue un piccolo cerchio blu, a fatica possiamo vederlo… ma c’è! Esiste! E’ lui che ci apre il cuore alla Speranza di poter evadere verso la Libertà! In quella realtà così meccanicamente monotona, uguale e ripetitiva, è l’unico ad essere diverso e perciò libero! E’ lui la Libertà!!!

E così, nella raffinata e originale Serie dei Cristalli per i 12 Mesi (2011), nelle diverse meravigliose gradazioni di colore, a seconda dei vari stati d’animo legati forse al variare delle stagioni, si evidenzia una ricerca di simmetria e di ordine nella perfetta ed elaborata rappresentazione minutamente cromatica che ci attira e ci ammalia nel profondo, desiderosi fortemente di sollevarci dal nostro mondo così disordinato, caotico, soggetto all’entropia e, nel contempo, alla disarmonia nei rapporti umani…Nelle strutture microscopiche della Natura si ritrova la rappresentazione dell’Universo, tutto, nella sua essenza spirituale e simbolica! E i materiali preziosi utilizzati dall’Artista continuano a stupirci in modo sorprendente, apprezzando questa peculiare qualità “artigianale” dell’opera d’arte, la sua costruzione paziente e la lavorazione di materiali diversi che ricordano le tecniche dei grandi Maestri delle Vetrate gotiche… A tal proposito, ricordiamo della Rossi, anche i pregevoli Bozzetti delle Vetrate artistiche (2003/2007) per la Chiesa di S.Maria Assunta in Brembate di Sopra (BG).

Ne Lo Scandire del Tempo (2010), con la tecnica più usuale di materiali preziosi e colori acrilici e a olio, dal fondo nero illuminato da perle e piccole pietre splendenti, vengono fuori grandi gigli bianchi, fiore associato, nella cultura greco-romana, a Era-Giunone, dea della fecondità che, mentre allattava Ercole, perse due gocce di latte: da una di queste si originò il Giglio a cui venne attribuito il significato di Amore, Fedeltà e Procreazione. Il Giglio è altresì simbolo eterno di Bellezza, Purezza e Prestigio! Qui, nel quadro, vedo espresso il concetto di Tempo legato al fluire della Vita che la Natura rende tangibile, sempre!

Moltitudine (2010), una magnifica distesa di margherite brillantate, screziate di rosso-rosato su un tappeto verde luccicante…! Visione sublime! Solo in natura possiamo apprezzare questa rara armonia e godere di tanta serena “vicinanza” e condivisione di spazi, uno accanto all’altro, in gioia e positività! Non certo tra noi uomini, spesso in guerra, tra distruzioni, violenze, prevaricazioni di ogni tipo! Basta devastazioni e morti! Ascoltiamo la musica inebriante della Natura! Imitiamone la Bellezza!!

Ma tra tutti i lavori, ispirati alla Natura, emerge Un Grido dal Mondo (2021) – realizzato di recente con la peculiare tecnica di materiali “preziosi” e colori, su legno – che ci scuote all’improvviso dal torpore, dall’indifferenza e dall’incoscienza rispetto alla cura e alla difesa della nostra terra, ormai come abbandonata immoralmente e irresponsabilmente da noi umani e a rischio di sopravvivenza!  L’ Albero si erge possente e imponente ma è rosso di…sangue, un sangue che lo avvolge completamente quasi fosse un urlo, in un ultimo accorato appello, per chiedere un totale cambiamento di rotta, nella nostra vita di umani dissennati e disamorati rispetto al nostro pianeta!

Nella opere dedicate a temi religiosi, ammiriamo la Serie degli Arredi Liturgici (1999) e la Serie delle Croci (2006/2007). Tra queste, ci attrae Fuori  Campo (2006), dove, con la medesima geniale tecnica di Graffito-vernici acriliche, cristalli, oro su legno, l’Artista riesce a comunicare l’angoscia del nostro tempo di non vedere più al centro dell’esistenza i valori eterni del Cristianesimo che, da sempre, ci indicavano la strada giusta da percorrere e ci davano Luce e Speranza! La Croce bianca, splendente, emerge dalle 4 circonferenze preziose e luccicanti ma e’ come spostata, rispetto al centro del quadro, è proprio…”fuori campo”!

Ma è Lo Specchio della Memoria (2014), l’opera di maggiore impatto emotivo ed evocativo, in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale… *Realizzata per il Concorso – L’Arte per l’Accademia, L’Accademia per l’Arte- *Esposta  nella Sala Manzù – Bergamo 20/30 maggio 2014. L’immagine terrificante delle 100 Croci anonime, in una gelida prospettiva all’infinito, desolatamente povere, in un freddo paesaggio invernale, rappresentata con la tecnica, ormai sperimentatissima e ineguagliata di olio, acrilici, cenere, vetri, cristalli, madreperla, perle fiume, swarovski, ematite, pietra, coralli, su legno, riesce a darci un colpo “mortale” per la tragedia che emerge dalla sua cruda drammaticità! E la Rossi, immaginando che quel luogo sconfortante potesse essere ubicato nei pressi delle Tofane, si è ispirata proprio ad una malinconica “poesia di morte” di un anonimo soldato, trovata all’interno di una di quelle gallerie: “Tutti avevano la faccia del Cristo, nella livida aureola dell’elmetto, tutti portavano l’insegna del supplizio nella Croce della baionetta, nelle tasche il pane dell’Ultima Cena, e nella gola il pianto dell’ultimo addio…”. E poi, la Nostra, su una croce dedicata all’anonimo soldato, ha scritto il suo nome perche’ il suo Addio possa essere onorato per sempre!

Molto particolare anche la Serie dei Labirinti (2003/2006) –  su cartoncino con Graffito, vernici acriliche, intarsi in cristallo taglio diamante – con Il Giardino di Chantilly, Il Cielo di Mantova, Eva ed Adamo. In  Cnosso (2008) – con stessa tecnica originale e raffinata di vernici e intarsi cristallo, vetro, oro su legno –  il disegno del Labirinto è ispirato ad una moneta del 430/67 aC e il percorso nei cerchi concentrici ci attrae per un misterioso fascino evocante il Mandala (= Cerchio, essenza) del sanscrito antico dell’Induismo e del Buddismo. Esso rappresenta il cosmo e le divinità in diversi modi, “…è collegato alla ricerca della pace nella simmetria del disegno dell’universo” (Saudamini Madra). Un modo per raggiungere uno spazio sacro in cui incontrare il proprio Io, ci suggerisce Carl Jung. Esso è la rappresentazione dell’intero ciclo dell’esistenza, la sua forma circolare raffigura il nostro universo interiore, quasi un approccio spirituale allo sviluppo, alla guarigione e alla crescita dell’individuo.

E analogo discorso possiamo farlo per i pavimenti cosmateschi, in particolare, Il Cosmatesco Romano (2012), ispirato alla pavimentazione di S Maria Maggiore a Roma – olio, acrilico, vetri colorati, cristalli, madreperla, perle fiume su  legno. Anche I pavimenti cosmateschi simboleggiavano un percorso non solo fisico ma anche spirituale di avvicinamento alla divinità, un progressivo elevarsi dalla mediocrità verso la perfezione, in analogia col fedele che cammina nella navata della basilica verso l’abside e l’altare, cioè verso qualcosa che lo avvicina alla Divina Trascendenza!

Ed ora volgiamo lo sguardo sulle opere più recenti…

In Fuochi Fatui 1- 2- 3  – del 2022 – con la tecnica sperimentata, l’Artista  ci offre nel pregevole Trittico la visione di una terra coloratissima, feconda di fiori e frutti, in benessere, molto rigogliosa  e promettente…fino ad arrivare all’orizzonte verso un mare azzurro sovrastato da un cielo altrettanto azzurro sfumato verso il blu, solcato da vaporose nuvole – forse fuochi fatui?- che sfiorano il meraviglioso sole che domina, splendente di luce, la parte centrale dell’opera e, quasi in simbiosi con loro, irradia l’energia vitale sul mondo! Terra e Cielo si fondono in perfetta armonia e donano all’Uomo Speranza e Pace!!!

Nel Sogno di Paradiso (2023), fantasmagoricamnte rappresentato, con la tecnica peculiare dell’Artista, veniamo come attratti e invitati a entrare nel fitto “bosco” di tronchi splendenti di pietre luminose e coloratissime per addentrarci sempre di piu’ in esso, mirando a raggiungere lo sfondo azzurro del Cielo che sembra quasi aspettarci per accoglierci nella beata realtà trascendente…finalmente sollevati da tante pesanti zavorre terrene per librarci in alto, sempre più su, verso la Luce…!!

Ne L’Alba Aurea (2024), sempre con la medesima tecnica, viene rappresentata l’alba nel Giardino della maestosa Domus Aurea a Roma, un paesaggio con una specie di salice piangente in uno sfondo dalle tinte rosee sfumate verso un cielo nn completamente azzurro…in basso, dalla visione di un muro dorato e splendente si accede ad un percorso, abbastanza circoscritto ma rosso…di sangue! Comunque, a dire dell’Artista, quasi un omaggio a Nerone, personaggio storico molto controverso, qui, in parte, ridimensionato e…rivalutato! Nerone ebbe senza dubbio alcuni innegabili meriti soprattutto nella prima parte dell’Impero adottando una politica favorevole al popolo, con opere pubbliche, elargizioni, spettacoli pubblici gratuiti etc…ma fu anche responsabile di gravi delitti e atteggiamenti dispotici…Stravagante e a volte violento, negli ultimi anni di vita si rinchiuse in se stesso e nei suoi palazzi, dedicandosi all’Arte e alla Musica! Ma, alla fine, abbandonato da tutti, finì suicida nella villa suburbana del liberto Faonte, nel 68 dC. Prima di morire, secondo Svetonio, pronunciò la frase: “Quale artista muore con me!”

E così nei recentissimi Per Pa’ e Per Ma’ (2025), la rappresentazione minuta e preziosa di due infiorescenze dai colori sfumati, azzurro e rosa, ci toccano nell’intimo e ci fanno commuovere nel condividere legami e affetti unici e profondi, vissuti con rara intensità, reciprocità, disponibilità e generosità di vita…

Abbiamo concluso, questa affascinante carrellata artistica della eccellente Tiziana Rossi cui siamo molto  grati per averci comunicato tante e variegate emozioni, per averci coinvolto nei suoi mondi immaginifici che ci hanno rasserenato e dato conforto al cuore ravvivando in noi la certezza che nell’Arte possiamo trovare sostegno, Speranza ed energie vitali per superare tante difficoltà e tante situazioni all’apparenza insormontabili e inaccettabili!

Ecco, dopo quest’incontro veramente particolare e arricchente, siamo certi che quello che espresse Fedor Dostoevskij, è vero:

“L’Arte e la Bellezza ci salveranno…!!”

Prof.ssa Anna Maria Trinchieri

Roma, 20-03-2025